Come tutelarsi dallo stalking in caso di separazione

Come tutelarsi dallo stalking in caso di separazione

STALKING

COME TUTELARSI IN CASO DI SEPARAZIONE

A cura di Maria Elena Masile (CIIE)

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

I recenti episodi di cronaca, peraltro sconvolgenti, ci fanno riflettere su situazioni allarmanti per quanto riguarda gli episodi di stalking che si stanno verificando tra ex coniugi o ex compagni.

Purtroppo capita che certi uomini abbiano una considerazione della propria moglie e/o della compagna come una “proprietà privata” e, talvolta abbiano dei comportamenti che tendono ad annientare la donna come essere umano. 

Nel corso dei miei studi alla CSI Academy, con la dott.ssa Roberta Bruzzone, (direttrice del master) abbiamo analizzato diversi casi di stalking che alla fine, purtroppo, hanno portato al femminicidio.

E’ un fenomeno che non si può assolutamente sottovalutare. La recente casistica sui casi di stalking ci delinea cinque diverse categorie di stalker.

In questo articolo vorrei porre l’attenzione sullo stalker che corteggia e lo stalker respinto si tratta, purtroppo, delle due tipologie di cui si sente parlare nelle cronache nazionali, queste due categorie a mio avviso sono le più pericolose.

Vediamo innanzitutto quali sono le categorie e poi vedremo come difenderci suggerendovi una tipologia di comportamento che può esservi utile all’esordio dello stalker e come può intervenire la nostra Agenzia Investigativa specializzata nel diritto di famiglia.

Le categorie di Stalker

Lo stalker indispettito

Sono quelle persone che covano rancore a prescindere. Vogliono vendicarsi a tutti costi e
quindi credono che le loro azioni persecutorie siano giustificabili a tutti i costi. Rientrano in questa categoria gli ex coniugi ex compagni / e chi è stato lasciato al termine di una relazione sentimentale.

Lo stalker bisognoso di affetto e di attenzioni

Sono quelli che pensano che una semplice cortesia sia un attenzione verso di lui e/o verso di lei. Attenzione che in realtà non esiste. Da qui iniziano gli atti persecutori.

Lo stalker che corteggia

In genere pone in essere attenzioni e corteggiamenti in modi inopportuni e molto insistenti senza rendersene conto, data la sua incapacità nel rapportarsi con il genere femminile.

Lo stalker respinto

Nella categoria degli stalker che corteggia  rientra, ovviamente, anche chi è stato respinto.
Può trattarsi di una persona che avrebbe voluto instaurare una relazione oppure di un ex coniuge o compagno / a. Si verifica in genere tra coloro che pretendono di recuperare la relazione precedente e quindi nel caso di
separazione tra coniugi o ex compagni

Come ho già detto in premessa, per quanto riguarda lo stalker che corteggia e lo stalker respinto si tratta, purtroppo delle due tipologie di cui si sente parlare nelle cronache nazionali, in relazione a episodi di femminicidio. Quindi attenzione a queste due categorie che a mio avviso sono le più pericolose.

Lo stalker predatore

Questa categoria di stalker è quella finalizzata alla consumazione di rapporti sessuali, in  genere è strettamente collegata a quella dello stalker che corteggia ed a quella dello stalker respinto.

Lo stalker donna

Sebbene di norma, almeno nell’immaginario comune, lo stalker è una figura maschile, ciò non toglie che anche molte donne si rendano spesso colpevoli del reato di atti persecutori, soprattutto per vicende sentimentali e, quindi, ai danni del proprio ex o della sua nuova compagna.

Come difendersi dagli Stalker

Gli ex partner che assumono comportamenti persecutori aggressivi e violenti dopo la separazione, di solito, avevano già dato segni durante la relazione di coppia, magari con scenate di gelosia e/o con telefonate continue e costanti, invio di messaggi, filmati, frasi  d’amore, foto che ricordano i momenti intimi del rapporto di coppia e quant’altro.

Veniamo dunque ad alcuni consigli e regole di base che la vittima degli atti persecutori dovrebbe seguire fin dal primo momento.

Analizzare la situazione e non sottovalutare assolutamente i comportamenti assillanti o fuori luogo posti in essere dallo stalker.
  1. Essere estremamente determinati rispetto ai propri sentimenti nei confronti dello stalker. Rifiutare nettamente inviti e offerte e dire “no” in modo fermo e inequivocabile
  2. Mostrarsi del tutto indifferenti ai  comportamenti persecutori, anche quando reagire sarebbe la reazione più spontanea. In base ai miei studi, talvolta l’indifferenza è la migliore strategia per scoraggiare lo stalker
  3. Evitate situazioni e luoghi a rischio. Nel caso siate pedinate evitate luoghi poco frequentati. Cambiate spesso percorso per andare al lavoro, a fare la spesa a prendere i bambini a scuola. Ricordatevi che lo stalker patologico si apposta
  4. Avere sempre con sé il cellulare per poter chiamare immediatamente le Forze dell’ordine (113) o il servizio di Pronto intervento (112)
  5. In caso di un’aggressione fisica chiamare subito il 118 oppure rivolgersi al pronto soccorso più vicino: saranno i medici, a comunicare il fatto alle forze dell’ordine, in genere, nel pronto soccorso è presente un posto di polizia. Comunque è quasi sempre presidiato da una guardia giurata in continuo contatto con le forze dell’ordine.
Come può intervenire la nostra Agenzia Investigativa ?

Consigliamo innanzitutto di tenere un diario di tutti i comportamenti persecutori di cui si è stati vittima, comprese le telefonate, le e-mail, i messaggi WhatsApp, invio di filmati, fotografie, lettere etc, trasferire i dati in un cd da allegare alla denuncia querela e soprattutto.

E’ un documento utile per ricostruire e fornire la cronologia dei fatti al momento della “denuncia querela”.

In caso di telefonate anonime con numero coperto, sono a disposizione delle apparecchiature che consentono di identificare il chiamante ed il luogo da dove provengono le chiamate.

Questo è un elemento utilissimo ai fini della “denuncia querela”

Consigliamo ai parenti ed amici, non intervenite! La situazione può peggiorare.

La vittima è il bene primario da tutelare

Non esitare a contattarci, insieme troveremo la soluzione al tuo problema.

La nostra Agenzia Investigativa – specializzata nel diritto di famiglia – opera su tutto il territorio regionale e nella penisola è associata Federpol e si attiene scrupolosamente al codice deontologico ed alla protezione dei dati personali in materia di privacy.

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Breve disamina dei segni grafologici premonitori al fenomeno dello Stalking

Breve disamina dei segni grafologici premonitori al fenomeno dello Stalking

Oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro sito l’articolo di una eminente criminologa, l’Avvocato Ester Deplano e che riguarda un interessantissimo argomento dal titolo BREVE DISAMINA DEI SEGNI GRAFOLOGICI PREMONITORI AL FENOMENO DELLO STALKING

Quale criminologa, vengo chiamata a “fare gli onori di casa”, pertanto, vorrei ringraziare la collega, per il prezioso apporto, ma soprattutto, significarLe che gli onorati siamo noi. Buona lettura a tutti i visitatori del nostro sito.

Maria Elena Masile – CIIE Specialista in  Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine.

Avv. Ester Deplano

Avv. Ester Deplano

 

  • Master II livello scienze criminologico-forensi, A.A. 2010/2011, Università “ La Sapienza”;
  • Corso Alta Formazione: “Grafologia generale: dell’orientamento professionale, dell’età evolutiva, clinico-valutativa e forense”
  • Membro Comitato Scientifico “Rivista di Psicopatologia forense, medicina legale e criminologia”, Pavia
  • Membro Comitato Scientifico “Rivista Criminologia, Investigazione, Psicopatologia e scienze Forensi”

“Il mistero della scrittura è che in essa non c’è alcun mistero”.
(José Saramago)

ABSTRACT: La Grafologia nel contesto criminologico-forense propone un utilizzo sempre più innovativo dell’analisi grafologica, che in una prospettiva multidisciplinare fornisce un valido ausilio per le indagini giudiziarie che completa una panoramica onnicomprensiva fornita da altre discipline nella giusta connotazione scientifica.

Sul fenomeno stalking in questi ultimi anni i media, su scala nazionale e internazionale, e la letteratura scientifica hanno detto tanto, in particolare nelle occasioni in cui un caso eclatante ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica; il significativo incremento di frequenza dei casi pare connesso tra l’altro a particolari cambiamenti della società che forniscono una rilettura di differenti variabili comportamentali aventi come denominatore comune la presenza di intrusività, varietà e continuità della condotta posta in essere ai danni della vittima.

Il concetto di stalking ingloba in un’unica categoria gruppi di azioni identificabili in condotte devianti più complesse. Il fenomeno dello stalking appare di difficile definizione per la sua complessità e ciò a prescindere dalla prospettiva da cui viene esaminato che ne determina diverse sfumature.
Il termine di stalking ricomprende una serie di comportamenti persecutori, diretti o indiretti e ripetuti nel tempo, che inducono in un individuo uno stato di soggezione, procurando un disagio fisico e/o psichico.

Il vocabolo è mutuato dall’inglese “to stalk” e deriva dal linguaggio tecnico della caccia; si usa per descrivere la fase che precede l’uccisione della preda, e si può tradurre con “fare la posta”, “braccare”.
La prima definizione del fenomeno risale al 1995 quando l’australiano Meloy J.R., nei suoi studi in ambito psichiatrico e forense, proseguiti con la prima metanalisi su grandi aree urbane degli Stati Uniti, Europa e Australia, lo descrisse come: “Un comportamento ostinato e reiterato di persecuzione e molestie nei confronti di un’altra persona” [1] caratterizzato dal: ”… seguire una persona, comparire in casa sua o nel posto di lavoro, compiere molestie telefoniche, lasciar messaggi scritti o oggetti, o danneggiare le proprietà della vittima” .[2]

In Italia il concetto di “Sindrome delle Molestie Assillanti” viene introdotto nel 2001 da G.M. Galeazzi e P. Curci per descrivere: “comportamenti ripetuti e intrusivi di sorveglianza e di controllo, di ricerca di contatto e di comunicazione nei confronti di una vittima, che risulta infastidita e/o allarmata da tali attenzioni e comportamenti” . [3]
Fenomeno sempre esistito, in Italia viene configurato come reato di recente, a seguito del notevole incremento del numero di donne vittime di violenza.
Le condotte tipiche dello stalking configurano il reato di “atti persecutori”, introdotto dalla legge 23 aprile 2009 n. 38 e codificato nell’articolo 612-bis del codice penale che prevede: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

C’è da precisare e tener ben presente che l’atto dello stalking non rappresenta in modo univoco uno specifico comportamento predatorio dell’uomo sulla donna, sebbene lo stalker sia nell’81% dei casi di sesso maschile e siano predominanti le vittime di sesso femminile, con un’incidenza del 75% (anno 2022) . [4]
Questo breve articolo si propone di affrontare l’argomento dalla prospettiva dell’apporto della grafologia forense a questo particolare tipo di fenomeno che per le sue tante variabili comportamentali e culturali risulta di difficile prevenzione oltre che sotto il profilo legislativo-penale su quello relativo alla formazione e educazione.
La prevenzione non va intesa esclusivamente come “difesa dallo stalker”, ma anche a livello individuale e legata all’informazione.

Si sottolinea che, stante l’ampiezza del fenomeno e i molteplici contesti diversificati che possono occorrere nella concreta disamina di un singolo caso di stalking è auspicabile un rigoroso approccio metodologico multidisciplinare.
Assieme agli studi in ambito forense, agli interventi di carattere legislativo e in ambito clinico si sono sviluppati diversi filoni di ricerca che rispondono a esigenze diverse: la grafologia forense fornisce un ausilio sia nella prevenzione che nella repressione dello stalking, approfondendo sia gli aspetti psicodinamici e personologici che grafologici impliciti nelle relazioni di maltrattamento e nelle dinamiche relazionali all’interno della coppia. La grafologia è inserita nel campo criminologico con lo scopo di segnalare il disagio e lo squilibrio interno di un soggetto attraverso la sua grafia nonché a livello preventivo e identificativo come prova del reato.
Il grafismo individuale svela le tendenze nascoste che sono vere e proprie impronte di personalità, costituendo la scrittura “l’impronta grafica dello psichismo individuale” . [5]

Come è ovvio, “la scrittura è un prodotto del cervello, meno chiare sono le correlazioni tra la scrittura e le attività neuronali responsabili, da cui derivano i comportamenti. Tutti i tipi di comportamento umano, dal più semplice al più complesso, compreso quello della scrittura, non può prescindere da specifiche attività neuronali” [6] e gli sviluppi che si sono susseguiti nel corso dei decenni hanno portato alla scoperta e alla determinazione di precisi significati rilevanti dei segni e delle caratteristiche della scrittura. Lo psicologo e grafologo Ludwig Klages (1872-1956), padre della scuola grafologica tedesca, in “Handschrift und Charakter” (Grafia e Carattere, 1917) scrive che il “corpo vivente è l’espressione dell’anima, e i movimenti del corpo rispecchiano i moti dell’anima”.

I comportamenti persecutori sono reiterati, intrusivi ed atti a mantenere un potere sulla vittima che determinano un profondo disagio psichico temendo per la propria incolumità nonché per quella dei suoi familiari. L’indagine grafologica impiegata nelle scienze criminalistiche non mira a individuare “con certezza i segni premonitori” [7] della personalità criminale ma costituisce un utile strumento a supporto delle più tradizionali tecniche investigative in grado di rilevare quelli che sono i tratti caratteristici della personalità.
Attraverso la grafologia, ossia la disciplina che studia e analizza i segni grafici che riconducono alla sfera emotiva, affettiva, intellettiva dell’individuo, è possibile individuare indici di sofferenza emotiva, instabilità di umore, profili psicopatologici nonché segni di narcisismo che si ritrovano negli autori delle fattispecie di reato di cui all’art. 612 bis c.p. o reati satellite.

È possibile dai segni di disagio delle componenti grafiche segnalare lo squilibrio interiore di un soggetto.
È importante rilevare che lo stalking non è un fenomeno omogeneo; dunque, risulta difficile ricomprendere i molestatori assillanti in una categoria diagnostica precisa e identificare la presenza di una patologia mentale. Gli stalker non sono sempre persone con un disturbo psichiatrico seppure alcune forme di persecuzione sono inserite in un quadro psicopatologico così come non esiste sempre un abuso di sostanze associato al comportamento dello stalker. La presenza di un quadro psicopatologico si riscontra in una piccola percentuale degli autori di questo genere di reato, pressoché il 10% . [8]
A livello grafico le alterazioni dello spazio, delle forme e del movimento sul foglio danno un primo segnale sulle condizioni (incidenza di patologie varie) dello scrivente, limitandosi il perito grafologo a non a fare diagnosi ma ad evidenziare i “segni di allarme” presenti con le varie tendenze e predisposizioni. “La grafologia, l’analisi di una scrittura, può invece essere utile per rilevare i tratti caratteristici di una personalità a rischio, la vulnerabilità, l’incapacità di tollerare frustrazioni, la rigidità e la chiusura, ma il grafologo non può e non deve porsi in termini deterministici; la grafologia può aiutare a descrivere un comportamento che riflette le disposizioni innate, le motivazioni, le attitudini sensoriali affettive o cognitive, per capire meglio il significato dell’atto in relazione alla sua origine e al suo fine” . [9]
Simbolicamente la comunicazione verbale si esprime in uno spazio, mentre quella scritta si esprime sul foglio: il futuro (il Padre simbolico, la progressione, l’Io sociale) e la sinistra il passato (la Madre simbolica, l’origine, l’Io intimo). La parte centrale della scrittura (la zona media delle lettere) rappresenta invece l’Io, il momento presente, l’oggi, il quotidiano. La scrittura occupa però anche le due estensioni superiori/inferiori del foglio che corrispondono ad altrettante interpretazioni . [10]

La scrittura vergata a mano costituisce, “analogamente al braccio scrivente di un sismografo che registra i movimenti tellurici, rappresenta il prodotto della individuale dinamica psico-nervosa, che per ciascun individuo si manifesta con alcune caratteristiche grafiche, fortemente personalizzanti la scrittura stessa e che cristallizzate nel tempo vengono realizzate in una frazione di tempo così minima da restare al di sotto del conscio” [11] ; or dunque, a livello investigativo l’autorità giudiziaria pone al perito o consulente tecnico d’ufficio dei quesiti che sono rivolti alla conoscenza di: “A-Predisposizione a delinquere (segni e tendenze) B- Prova di compatibilità grafica tra scrittura dell’indagato e reato; C-Capacità (nell’atto dello scrivere) di intendere e di volere D-La predisposizione alla reiterazione del reato E- Dinamiche comportamentali nei gruppi criminali (leader o aggregato?) F-Predisposizione alla menzogna , in particolare riferimento all’attendibilità delle fonti scritte e dei collaboratori di giustizia. G-Incidenza patologie varie H-Indici di pericolosità” [12] .
Dalla grafia individuale è possibile individuare indicazioni di uno specifico “stato di disagio” non solo a carico del molestatore ma anche della vittima.
Le grafie degli stalker potrebbero presentare elementi di aggressività o di autoritarismo con predominanza di segni riconducibili ad immaturità. Nell’immagine che segue sono presenti alcuni segni di aggressività e ansia (scrittura rovesciata, angolosità, trattino della “G” verticale e prolungata verso il basso, cancellazioni). La firma diversa dal testo (in combinazione con la C a chiocciola, egocentrismo), molto grande e sottolineata è indicativa di un nascondimento e di una compensazione del senso di inferiorità.

Immagine tratta da La «Rassegna dell’Arma dei Carabinieri», Anno LXVIII, gennaio – marzo 2021, Ministero della Difesa

La grafia del molestatore assillante presenta (in prevalenza) forti ineguaglianze in inclinazione, irregolarità nella direzione e nella tenuta del rigo.
Lo stalker talvolta agisce in anonimato spinto da una rabbia e un’aggressività incontrollata (reazione immatura al rifiuto) rivolte verso la vittima che può divenire destinataria di lettere anonime. L’anonimografia può assumere la caratterizzazione dell’abitualità e presentare caratteri tipici dello stalking.
L’autore dell’anonimografia quando lo scritto ha come intento quello persecutorio, dispone diversi scritti, opportunamente distanziati nel tempo. Il grafologo in qualità di perito o consulente può essere di ausilio anche al fine di identificare l’autore o gli autori di questi scritti nelle indagini finalizzate all’esercizio dell’azione penale.
Preliminarmente occorre precisare che al grafologo perito o consulente è preclusa qualsiasi indagine, dato o valutazione su aspetti psicologici e caratteriali della persona ex art. 220 c.p.p.

Lo scritto anonimo ha una notevole variabilità di forme e contenuti (ingiurioso, diffamatorio, minaccioso etc.). Può essere eseguito con ritagli di giornali, uso di timbri di gomma, composizione tipografica e altro. L’autore può scegliere di scrivere con errori ortografici per mascherare i tratti grafici salienti (dissimulazione), usare lo stampatello o sistemi più complessi e impersonali.
Nel caso della dissimulazione tuttavia rimangono pressoché invariati i segni coattivi ed individualizzanti della scrittura che nonostante la volontà di modificare i parametri della propria grafia saranno comunque presenti in un certo numero all’interno dello scritto. Potranno modificarsi efficacemente le forme, i punti di avvio della grafia, il ritmo e la velocità, ma i gesti minimi e fuggitivi, le caratteristiche dell’impronta personale, come ad esempio la natura dei collegamenti e certi gesti tipo, permarranno e saranno facilmente identificabili dall’esperto [14].
La Grafologia nel contesto criminologico-forense propone un utilizzo sempre più innovativo dell’analisi grafologica, che in una prospettiva multidisciplinare fornisce un valido ausilio per le indagini giudiziarie che completa una panoramica onnicomprensiva fornita da altre discipline nella giusta connotazione scientifica.

Avv. Ester Deplano

Titoli e pubblicazioni

Bibliografia

  • [1] Meloy J.R. e Gothard S. (1995) Demographic and clinical comparison of obsessional followers and offenders with mental disorders. American Journal of Psychiatry pp. 152,258-263
  • [2] Tjaden P., Thoennes N. (1998) Stalking in America: findings from the national violence against women survey. Natinal Institute of Justice and Centers for Desease Control and Prevention, Washington D.C
  • [3] http://sopsi.archicoop.it/rivista/2001/vol7-4/galeazzi.htm
    [4]https://www.interno.gov.it/it/notizie/violenza-contro-donne-ministro-dellinterno-alla-presentazione-terzo-report-interforze (pp.34, terzo report, Iterforze, Ministero dell’Interno)
  • [5] Mastronardi V., Bidoli S., Calderaro M., “Grafologia giudiziaria e psicopatologia forense (metodologia di indagine nel falso grafico e la capacità di intendere e di volere dalla grafia – giurisprudenza)”, Giuffrè Ed., Milano, 2010
  • [6] Deragna S., “ Grafologia e neuroscienze”, Roma, Ce.Di.S, 2002
  • [7] Manetti E., in “Anatomia del crimine in Italia”, Milano, Giuffré editore, 2013, pag. 382
  • [8] Galeazzi G. M. e Curci P., La sindrome del molestatore assillante (stalking): una rassegna, “Giornale Italiano di Psicopatologia”, n. 7, pp. 434-52 (2001)
  • [9] Witkowski S., Psychopathologie et écriture, Parigi, Masson editore, 1989
  • [10] Palaferri N., “L’ indagine grafologica e il metodo morettiano”, EMP, Padova, 2005
  • [11] Mastronardi V., Bidoli S. e Calderaro M., “Grafologia Giudiziaria e psicopatologia forense”, Milano, Giuffré editore, seconda ed. 2010, pag. 9
  • [12] AMI, “La Grafologia Forense e l’analisi della scrittura come strumento di valutazione negli “Atti persecutori”, Mobbing, Stalking, Straining”, relazione Prof. Carmelo Dublo Bergamo-28-ottobre 2011
  • [13] Immagine tratta da La «Rassegna dell’Arma dei Carabinieri», Anno LXVIII, gennaio – marzo 2021, Ministero della Difesa
  • [14] Vettorazzo B., “Grafologia Giudiziaria e Perizia grafica”, Giuffrè editore, 2004

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Il collocamento prevalente presso il padre

Il collocamento prevalente presso il padre

Dopo aver pubblicato su l’affido condiviso a cura dell’Avv. Giampaolo Pisano, vogliamo affrontare un argomento abbastanza “spigoloso” in giurisprudenza, ovvero il collocamento prevalente presso il padre.

 

Anche se non apertamente, è orientamento dei Tribunali l’affido condiviso oppure collocare i figli minori presso la madre, talvolta, ritenuta più idonea e attenta alle esigenze dei minori quando la coppia si separa o cessa la convivenza.

La Suprema Corte, ha ritenuto opportuno specificare che non si tratta di una “preferenza”, anche se vi è una netto orientamento in tal senso, ma bensì, la collocazione presso il padre, avviene nel caso in cui la madre venga ritenuta inidonea e di pregiudizio per la crescita dei figli minori.
A prescindere dal principio della bi genitorialità, come può essere dimostrata l’inidoneità della madre? E’ chiaro che devono essere acquisiti tutti gli elementi di prova che dimostrino che la madre non è in grado di svolgere i propri compiti sia per quanto riguarda la sfera affettiva, ovvero: attenzione, comprensione educazione e disponibilità ad un assiduo rapporto con il padre che in qualche modo può essere emarginato dall’ex coniuge o dall’ex compagno.

Una volta che verranno effettuate tutte le indagini del caso, nella fattispecie, una relazione dettagliata da parte dell’ investigatore privato, e sulla base degli elementi acquisiti, si potrà proporre all’Autorità competente la collocazione presso il padre al fine di assicurare il recupero del rapporto, pregiudicato talvolta da lunghe interruzioni dovute all’atteggiamento da parte della madre nei confronti dell’ex o con atti ostruzionistici.

Sono sempre più frequenti i casi in cui i giudici hanno ritenuto di dover assegnare i minori figli al padre nel momento in cui la madre ostacola, in qualche modo il diritto di visita o comunque “utilizza” i figli come strumento di vendetta nei confronti del padre, quale ad esempio l’alienazione parentale che rientra, in taluni casi, nelle patologie psicologiche.

Ogni minore ha diritto a crescere con entrambi i genitori ma la collocazione può e deve essere modificata quando uno dei due ex coniugi o ex compagni ostacoli le relazioni parentali.

Certuni, tuttavia considerano che il collocamento prevalente presso il padre venga considerata come una “punizione” nei confronti del genitore che è palesemente affetto dalla sindrome di alienazione parentale.

Una recente ordinanza della Suprema Corte ha stabilito il collocamento di una figlia minore presso il padre, in quanto era stato dimostrato che il padre era in grado di creare un rapporto positivo con la prole rispetto alla madre considerata inidonea ad assicurare una regolarità educativa e di vita.

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Lo Stalking Giudiziario

Lo Stalking Giudiziario

Lo stalking giudiziario è un reato previsto e punito dall’art. 612 bis del Codice Penale.

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita

Nello stalking giudiziario avviene un ribaltamento dei ruoli, in quanto il carnefice si traveste da vittima e trascina in tribunale la vera parte lesa. In genere avviene quando il coniuge non accetta la separazione o il divorzio, soprattutto se avvengono in seguito a violenze domestiche. Spesso il tutto viene accompagnato con la minaccia di togliere i figli alla controparte.

E’ un vero e proprio stalking nello  stalking e si verifica quando l’ex coniuge, ferito dal trauma di una separazione conclusa male, continua a perseguitare il coniuge o il  compagno/a, non solo con minacce, insulti e aggressioni, ma pensa di potersi affidare ad una giustizia, che in realtà è la “sua giustizia”, che ritiene a suo favore, con continue denunce.
Ciò avviene soprattutto quando si è in presenza di figli che si cerca in tutti i modi di sottrarre, all’ex moglie o all’ex compagna e viceversa, inventando di sana pianta qualsiasi tipo di stratagemma per supportare la tesi delle continue denunce.

Al primo insorgere di queste problematiche consigliamo di rivolgersi immediatamente al nostro Studio www.studiomasile.it al fine di porre in essere tutte quelle attività per acquisire gli elementi di prova per la salvaguardia della propria vita privata e dei propri congiunti.

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