Breve disamina dei segni grafologici premonitori al fenomeno dello Stalking

Breve disamina dei segni grafologici premonitori al fenomeno dello Stalking

Oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro sito l’articolo di una eminente criminologa, l’Avvocato Ester Deplano e che riguarda un interessantissimo argomento dal titolo BREVE DISAMINA DEI SEGNI GRAFOLOGICI PREMONITORI AL FENOMENO DELLO STALKING

Quale criminologa, vengo chiamata a “fare gli onori di casa”, pertanto, vorrei ringraziare la collega, per il prezioso apporto, ma soprattutto, significarLe che gli onorati siamo noi. Buona lettura a tutti i visitatori del nostro sito.

Maria Elena Masile – CIIE Specialista in  Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine.

Avv. Ester Deplano

Avv. Ester Deplano

 

  • Master II livello scienze criminologico-forensi, A.A. 2010/2011, Università “ La Sapienza”;
  • Corso Alta Formazione: “Grafologia generale: dell’orientamento professionale, dell’età evolutiva, clinico-valutativa e forense”
  • Membro Comitato Scientifico “Rivista di Psicopatologia forense, medicina legale e criminologia”, Pavia
  • Membro Comitato Scientifico “Rivista Criminologia, Investigazione, Psicopatologia e scienze Forensi”

“Il mistero della scrittura è che in essa non c’è alcun mistero”.
(José Saramago)

ABSTRACT: La Grafologia nel contesto criminologico-forense propone un utilizzo sempre più innovativo dell’analisi grafologica, che in una prospettiva multidisciplinare fornisce un valido ausilio per le indagini giudiziarie che completa una panoramica onnicomprensiva fornita da altre discipline nella giusta connotazione scientifica.

Sul fenomeno stalking in questi ultimi anni i media, su scala nazionale e internazionale, e la letteratura scientifica hanno detto tanto, in particolare nelle occasioni in cui un caso eclatante ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica; il significativo incremento di frequenza dei casi pare connesso tra l’altro a particolari cambiamenti della società che forniscono una rilettura di differenti variabili comportamentali aventi come denominatore comune la presenza di intrusività, varietà e continuità della condotta posta in essere ai danni della vittima.

Il concetto di stalking ingloba in un’unica categoria gruppi di azioni identificabili in condotte devianti più complesse. Il fenomeno dello stalking appare di difficile definizione per la sua complessità e ciò a prescindere dalla prospettiva da cui viene esaminato che ne determina diverse sfumature.
Il termine di stalking ricomprende una serie di comportamenti persecutori, diretti o indiretti e ripetuti nel tempo, che inducono in un individuo uno stato di soggezione, procurando un disagio fisico e/o psichico.

Il vocabolo è mutuato dall’inglese “to stalk” e deriva dal linguaggio tecnico della caccia; si usa per descrivere la fase che precede l’uccisione della preda, e si può tradurre con “fare la posta”, “braccare”.
La prima definizione del fenomeno risale al 1995 quando l’australiano Meloy J.R., nei suoi studi in ambito psichiatrico e forense, proseguiti con la prima metanalisi su grandi aree urbane degli Stati Uniti, Europa e Australia, lo descrisse come: “Un comportamento ostinato e reiterato di persecuzione e molestie nei confronti di un’altra persona” [1] caratterizzato dal: ”… seguire una persona, comparire in casa sua o nel posto di lavoro, compiere molestie telefoniche, lasciar messaggi scritti o oggetti, o danneggiare le proprietà della vittima” .[2]

In Italia il concetto di “Sindrome delle Molestie Assillanti” viene introdotto nel 2001 da G.M. Galeazzi e P. Curci per descrivere: “comportamenti ripetuti e intrusivi di sorveglianza e di controllo, di ricerca di contatto e di comunicazione nei confronti di una vittima, che risulta infastidita e/o allarmata da tali attenzioni e comportamenti” . [3]
Fenomeno sempre esistito, in Italia viene configurato come reato di recente, a seguito del notevole incremento del numero di donne vittime di violenza.
Le condotte tipiche dello stalking configurano il reato di “atti persecutori”, introdotto dalla legge 23 aprile 2009 n. 38 e codificato nell’articolo 612-bis del codice penale che prevede: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

C’è da precisare e tener ben presente che l’atto dello stalking non rappresenta in modo univoco uno specifico comportamento predatorio dell’uomo sulla donna, sebbene lo stalker sia nell’81% dei casi di sesso maschile e siano predominanti le vittime di sesso femminile, con un’incidenza del 75% (anno 2022) . [4]
Questo breve articolo si propone di affrontare l’argomento dalla prospettiva dell’apporto della grafologia forense a questo particolare tipo di fenomeno che per le sue tante variabili comportamentali e culturali risulta di difficile prevenzione oltre che sotto il profilo legislativo-penale su quello relativo alla formazione e educazione.
La prevenzione non va intesa esclusivamente come “difesa dallo stalker”, ma anche a livello individuale e legata all’informazione.

Si sottolinea che, stante l’ampiezza del fenomeno e i molteplici contesti diversificati che possono occorrere nella concreta disamina di un singolo caso di stalking è auspicabile un rigoroso approccio metodologico multidisciplinare.
Assieme agli studi in ambito forense, agli interventi di carattere legislativo e in ambito clinico si sono sviluppati diversi filoni di ricerca che rispondono a esigenze diverse: la grafologia forense fornisce un ausilio sia nella prevenzione che nella repressione dello stalking, approfondendo sia gli aspetti psicodinamici e personologici che grafologici impliciti nelle relazioni di maltrattamento e nelle dinamiche relazionali all’interno della coppia. La grafologia è inserita nel campo criminologico con lo scopo di segnalare il disagio e lo squilibrio interno di un soggetto attraverso la sua grafia nonché a livello preventivo e identificativo come prova del reato.
Il grafismo individuale svela le tendenze nascoste che sono vere e proprie impronte di personalità, costituendo la scrittura “l’impronta grafica dello psichismo individuale” . [5]

Come è ovvio, “la scrittura è un prodotto del cervello, meno chiare sono le correlazioni tra la scrittura e le attività neuronali responsabili, da cui derivano i comportamenti. Tutti i tipi di comportamento umano, dal più semplice al più complesso, compreso quello della scrittura, non può prescindere da specifiche attività neuronali” [6] e gli sviluppi che si sono susseguiti nel corso dei decenni hanno portato alla scoperta e alla determinazione di precisi significati rilevanti dei segni e delle caratteristiche della scrittura. Lo psicologo e grafologo Ludwig Klages (1872-1956), padre della scuola grafologica tedesca, in “Handschrift und Charakter” (Grafia e Carattere, 1917) scrive che il “corpo vivente è l’espressione dell’anima, e i movimenti del corpo rispecchiano i moti dell’anima”.

I comportamenti persecutori sono reiterati, intrusivi ed atti a mantenere un potere sulla vittima che determinano un profondo disagio psichico temendo per la propria incolumità nonché per quella dei suoi familiari. L’indagine grafologica impiegata nelle scienze criminalistiche non mira a individuare “con certezza i segni premonitori” [7] della personalità criminale ma costituisce un utile strumento a supporto delle più tradizionali tecniche investigative in grado di rilevare quelli che sono i tratti caratteristici della personalità.
Attraverso la grafologia, ossia la disciplina che studia e analizza i segni grafici che riconducono alla sfera emotiva, affettiva, intellettiva dell’individuo, è possibile individuare indici di sofferenza emotiva, instabilità di umore, profili psicopatologici nonché segni di narcisismo che si ritrovano negli autori delle fattispecie di reato di cui all’art. 612 bis c.p. o reati satellite.

È possibile dai segni di disagio delle componenti grafiche segnalare lo squilibrio interiore di un soggetto.
È importante rilevare che lo stalking non è un fenomeno omogeneo; dunque, risulta difficile ricomprendere i molestatori assillanti in una categoria diagnostica precisa e identificare la presenza di una patologia mentale. Gli stalker non sono sempre persone con un disturbo psichiatrico seppure alcune forme di persecuzione sono inserite in un quadro psicopatologico così come non esiste sempre un abuso di sostanze associato al comportamento dello stalker. La presenza di un quadro psicopatologico si riscontra in una piccola percentuale degli autori di questo genere di reato, pressoché il 10% . [8]
A livello grafico le alterazioni dello spazio, delle forme e del movimento sul foglio danno un primo segnale sulle condizioni (incidenza di patologie varie) dello scrivente, limitandosi il perito grafologo a non a fare diagnosi ma ad evidenziare i “segni di allarme” presenti con le varie tendenze e predisposizioni. “La grafologia, l’analisi di una scrittura, può invece essere utile per rilevare i tratti caratteristici di una personalità a rischio, la vulnerabilità, l’incapacità di tollerare frustrazioni, la rigidità e la chiusura, ma il grafologo non può e non deve porsi in termini deterministici; la grafologia può aiutare a descrivere un comportamento che riflette le disposizioni innate, le motivazioni, le attitudini sensoriali affettive o cognitive, per capire meglio il significato dell’atto in relazione alla sua origine e al suo fine” . [9]
Simbolicamente la comunicazione verbale si esprime in uno spazio, mentre quella scritta si esprime sul foglio: il futuro (il Padre simbolico, la progressione, l’Io sociale) e la sinistra il passato (la Madre simbolica, l’origine, l’Io intimo). La parte centrale della scrittura (la zona media delle lettere) rappresenta invece l’Io, il momento presente, l’oggi, il quotidiano. La scrittura occupa però anche le due estensioni superiori/inferiori del foglio che corrispondono ad altrettante interpretazioni . [10]

La scrittura vergata a mano costituisce, “analogamente al braccio scrivente di un sismografo che registra i movimenti tellurici, rappresenta il prodotto della individuale dinamica psico-nervosa, che per ciascun individuo si manifesta con alcune caratteristiche grafiche, fortemente personalizzanti la scrittura stessa e che cristallizzate nel tempo vengono realizzate in una frazione di tempo così minima da restare al di sotto del conscio” [11] ; or dunque, a livello investigativo l’autorità giudiziaria pone al perito o consulente tecnico d’ufficio dei quesiti che sono rivolti alla conoscenza di: “A-Predisposizione a delinquere (segni e tendenze) B- Prova di compatibilità grafica tra scrittura dell’indagato e reato; C-Capacità (nell’atto dello scrivere) di intendere e di volere D-La predisposizione alla reiterazione del reato E- Dinamiche comportamentali nei gruppi criminali (leader o aggregato?) F-Predisposizione alla menzogna , in particolare riferimento all’attendibilità delle fonti scritte e dei collaboratori di giustizia. G-Incidenza patologie varie H-Indici di pericolosità” [12] .
Dalla grafia individuale è possibile individuare indicazioni di uno specifico “stato di disagio” non solo a carico del molestatore ma anche della vittima.
Le grafie degli stalker potrebbero presentare elementi di aggressività o di autoritarismo con predominanza di segni riconducibili ad immaturità. Nell’immagine che segue sono presenti alcuni segni di aggressività e ansia (scrittura rovesciata, angolosità, trattino della “G” verticale e prolungata verso il basso, cancellazioni). La firma diversa dal testo (in combinazione con la C a chiocciola, egocentrismo), molto grande e sottolineata è indicativa di un nascondimento e di una compensazione del senso di inferiorità.

Immagine tratta da La «Rassegna dell’Arma dei Carabinieri», Anno LXVIII, gennaio – marzo 2021, Ministero della Difesa

La grafia del molestatore assillante presenta (in prevalenza) forti ineguaglianze in inclinazione, irregolarità nella direzione e nella tenuta del rigo.
Lo stalker talvolta agisce in anonimato spinto da una rabbia e un’aggressività incontrollata (reazione immatura al rifiuto) rivolte verso la vittima che può divenire destinataria di lettere anonime. L’anonimografia può assumere la caratterizzazione dell’abitualità e presentare caratteri tipici dello stalking.
L’autore dell’anonimografia quando lo scritto ha come intento quello persecutorio, dispone diversi scritti, opportunamente distanziati nel tempo. Il grafologo in qualità di perito o consulente può essere di ausilio anche al fine di identificare l’autore o gli autori di questi scritti nelle indagini finalizzate all’esercizio dell’azione penale.
Preliminarmente occorre precisare che al grafologo perito o consulente è preclusa qualsiasi indagine, dato o valutazione su aspetti psicologici e caratteriali della persona ex art. 220 c.p.p.

Lo scritto anonimo ha una notevole variabilità di forme e contenuti (ingiurioso, diffamatorio, minaccioso etc.). Può essere eseguito con ritagli di giornali, uso di timbri di gomma, composizione tipografica e altro. L’autore può scegliere di scrivere con errori ortografici per mascherare i tratti grafici salienti (dissimulazione), usare lo stampatello o sistemi più complessi e impersonali.
Nel caso della dissimulazione tuttavia rimangono pressoché invariati i segni coattivi ed individualizzanti della scrittura che nonostante la volontà di modificare i parametri della propria grafia saranno comunque presenti in un certo numero all’interno dello scritto. Potranno modificarsi efficacemente le forme, i punti di avvio della grafia, il ritmo e la velocità, ma i gesti minimi e fuggitivi, le caratteristiche dell’impronta personale, come ad esempio la natura dei collegamenti e certi gesti tipo, permarranno e saranno facilmente identificabili dall’esperto [14].
La Grafologia nel contesto criminologico-forense propone un utilizzo sempre più innovativo dell’analisi grafologica, che in una prospettiva multidisciplinare fornisce un valido ausilio per le indagini giudiziarie che completa una panoramica onnicomprensiva fornita da altre discipline nella giusta connotazione scientifica.

Avv. Ester Deplano

Titoli e pubblicazioni

Bibliografia

  • [1] Meloy J.R. e Gothard S. (1995) Demographic and clinical comparison of obsessional followers and offenders with mental disorders. American Journal of Psychiatry pp. 152,258-263
  • [2] Tjaden P., Thoennes N. (1998) Stalking in America: findings from the national violence against women survey. Natinal Institute of Justice and Centers for Desease Control and Prevention, Washington D.C
  • [3] http://sopsi.archicoop.it/rivista/2001/vol7-4/galeazzi.htm
    [4]https://www.interno.gov.it/it/notizie/violenza-contro-donne-ministro-dellinterno-alla-presentazione-terzo-report-interforze (pp.34, terzo report, Iterforze, Ministero dell’Interno)
  • [5] Mastronardi V., Bidoli S., Calderaro M., “Grafologia giudiziaria e psicopatologia forense (metodologia di indagine nel falso grafico e la capacità di intendere e di volere dalla grafia – giurisprudenza)”, Giuffrè Ed., Milano, 2010
  • [6] Deragna S., “ Grafologia e neuroscienze”, Roma, Ce.Di.S, 2002
  • [7] Manetti E., in “Anatomia del crimine in Italia”, Milano, Giuffré editore, 2013, pag. 382
  • [8] Galeazzi G. M. e Curci P., La sindrome del molestatore assillante (stalking): una rassegna, “Giornale Italiano di Psicopatologia”, n. 7, pp. 434-52 (2001)
  • [9] Witkowski S., Psychopathologie et écriture, Parigi, Masson editore, 1989
  • [10] Palaferri N., “L’ indagine grafologica e il metodo morettiano”, EMP, Padova, 2005
  • [11] Mastronardi V., Bidoli S. e Calderaro M., “Grafologia Giudiziaria e psicopatologia forense”, Milano, Giuffré editore, seconda ed. 2010, pag. 9
  • [12] AMI, “La Grafologia Forense e l’analisi della scrittura come strumento di valutazione negli “Atti persecutori”, Mobbing, Stalking, Straining”, relazione Prof. Carmelo Dublo Bergamo-28-ottobre 2011
  • [13] Immagine tratta da La «Rassegna dell’Arma dei Carabinieri», Anno LXVIII, gennaio – marzo 2021, Ministero della Difesa
  • [14] Vettorazzo B., “Grafologia Giudiziaria e Perizia grafica”, Giuffrè editore, 2004

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Convegno sulla Criminologia 28-29 marzo 2023

Convegno sulla Criminologia 28-29 marzo 2023

Convegno sulla Criminologia

Il 28 e il 29 marzo 2023, il Liceo Scientifico “L. Mossa” di Olbia ospiterà un Convegno sulla Criminologia tenuto da Maria Elena Masile specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine.

Responsabile e ideatrice del progetto: Martina Deriu

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L’azione criminosa: lo studio del cosa è accaduto

L’azione criminosa: lo studio del cosa è accaduto

PSICOLOGIA INVESTIGATIVA E INVESTIGATORE PRIVATO

A cura di Maria Elena Masile (CIIE)

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

La Psicologia Investigativa copre tutti quegli aspetti della professione di investigatore privato che sono rilevanti per la conduzione delle indagini siano esse civili o penali, in particolare per quanto riguarda le indagini difensive.

(Il titolo VI-bis del Libro V del codice di procedura penale – introdotto dalla L. n. 397/2000 – contiene la disciplina inerente alle c.d. investigazioni difensive. Per acquisire notizie il difensore, il sostituto, gli investigatori privati autorizzati o i consulenti tecnici possono conferire con le persone in grado di riferire circostanze utili ai fini dell’attività investigativa)

Essa, diventa un supporto per la comprensione e la ricostruzione di tutte le fattispecie di reato.

Attraverso gli strumenti e la metodologia della Psicologia Investigativa si cerca di aiutare a  dare una lettura della scena del crimine: una lettura che, oltre a tener conto degli indizi  materiali, sia centrata soprattutto sul vissuto psicologico dell’autore del reato che lo ha  indotto all’azione.

Nelle consulenze della nostra Agenzia  Investigativa abbiamo verificato che la Psicologia Investigativa si applica soprattutto per quanto riguarda i reati in famiglia, vedi una delle nostre ultime news 

L’obiettivo, è quello di avere nella consulenza preliminare, tutte le informazioni per poter determinare un profiling psicologico, nel contribuire alla valutazione del presunto “offender”

Come si effettua una analisi psicologica del presunto offender?

Lo psicologo investigativo deve avere dimestichezza con gli strumenti di analisi soggettiva e clinica del vissuto psicologico dell’autore autore di reato, deve avere le competenze per indagare e valutare e riflettere sui fatti oggetto d’indagine.

Lo psicologo investigativo lavora in équipe con gli investigatori privati. Partecipa così ai sopralluoghi tecnici e di supporto alle attività investigative.

La Psicologia Investigativa è una scienza che studia le caratteristiche della persona sospetta, il profilo della personalità, l’ambiente comportamentale, le motivazioni ma soprattutto, l’analisi psicologica degli elementi di prova acquisiti dall’investigatore privato.

In particolare dimostra la sua utilità operativa nell’analisi di crimini con autore sconosciuto ma anche in altre applicazioni: come ad esempio, l’interrogatorio, la raccolta delle testimonianze, l’incidente probatorio, la valutazione del danno, etc

I campi di applicazione della psicologia investigativa sono molteplici: consulenze tecniche, indagini difensive (Legge 397/2000), criminal profiling (a partire dall’analisi della cosiddetta “scena del crimine” all’elaborazione di un possibile profilo psicologico dell’autore di un reato), testimonianza di minori (la conoscenza delle caratteristiche della psicologia e della testimonianza dei minori all’interno dei contesti di audizione protetta), esame dei testimoni, dichiarazioni testimoniali, dei meccanismi cognitivi del testimone oculare, analisi dei contesti sulla sicurezza (ad esempio la ricostruzione di incidenti stradali).

Contattaci e ti supporteremo nelle scelte più opportune del progetto di indagine.

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Il disturbo borderline nel rapporto di coppia

Il disturbo borderline nel rapporto di coppia

Oggi proseguiamo con la rubrica sui disturbi della personalità a cura della CIIE Maria Elena Masile

(Facultad de Derecho San Cristobal de la Laguna. Centro de Estudios Criminológicos de Canarias)

La ringraziamo per la sua preziosa collaborazione con il nostro Studio.

IL DISTURBO BORDERLINE NEL RAPPORTO DI COPPIA

A cura di Maria Elena Masile (CIIE)

Come si comporta un borderline nel rapporto di coppia ? Come si può riconoscere un borderline ?

Come si comporta un borderline nel rapporto di coppia ? Come si può riconoscere un borderline ?

Il “borderline” stabilisce relazioni affettive superficiali e fatue, che durano molto poco e tendono a mettersi nelle mani dell’altro per una forte necessità di protezione e bisogno, non perché provano sentimenti elevati come ad esempio l’amore o l’amicizia in senso lato.

Il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da una modalità pervasiva di instabilità e di ipersensibilità nei rapporti interpersonali, instabilità nell’immagine di sé, estreme fluttuazioni dell’umore, impulsività, paura dell’abbandono, disregolazione emotiva, sensazione cronica di vuoto, comportamenti autolesivi.

Il termine “borderline” nasce alla fine del XIX° secolo, ma è solamente con l’introduzione del DSM-III (1980) che il disturbo acquisisce una sua forma nosologica indipendente

Vengono identificati 8 criteri che ne definiscono le caratteristiche peculiari:

  • instabilità dei rapporti interpersonali
  • impulsività
  • instabilità dell’umore
  • rabbia intensa e inappropriata
  • comportamenti autolesivi
  • disturbo dell’identità
  • cronici sentimenti di vuoto
  • difficoltà a gestire la solitudine
Il disturbo borderline di personalità comporta serie problematiche, a causa della non capacità di controllare gli impulsi, l’instabilità dei rapporti, l’idealizzazione o al contrario la svalutazione delle altre persone. Spesso accompagnato da crisi di rabbia spropositate, desideri di vendetta, paranoia, depressione grave.

Le problematiche più evidenti si riscontrano nell’area delle relazioni interpersonali e sentimentali, gli affetti di coloro che hanno un disturbo borderline della personalità vivono costantemente nell’incertezza della relazione ma soprattutto delle reazioni che si scatenano, per la maggiore spropositate.

Si sentono costantemente sottoposti alla richiesta di dimostrazioni continue di amore, con uno sfondo di gelosia ossessiva e paranoie.
La diagnosi può risultare complessa poiché alcuni aspetti sono tipici di altri disturbi, come quello bipolare. 
Viene talvolta utilizzato come ripiego per quei casi non meglio diagnosticabili in altro modo. La terapia può essere farmacologica, accompagnata dalla psicoterapia che rimane sempre fondamentale.

Talvolta, il soggetto borderline può dar luogo a fenomeni di stalking (rabbia intensa e inappropriata), soprattutto in questo caso ti consigliamo di contattare il nostro Studio per una consulenza mirata a risolvere il problema.

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Lo studio e l’analisi criminologica o personologica nelle indagini difensive

Lo studio e l’analisi criminologica o personologica nelle indagini difensive

Studi e analisi criminologiche o personologiche nelle indagini difensive

Nell’articolo dell’8 novembre ’22, a cura di Maria Elena Masile (CIIE) abbiamo analizzato le tipologie di disturbi della personalità. In questa news, ci vogliamo soffermare brevemente sull’utilità dell’analisi criminologica e/o personologica nell’ambito delle indagini legate al processo penale e non solo.

Tra le scienze che riguardano il processo penale, la criminologia, riveste senza dubbio, un ruolo importantissimo. La valutazione del comportamento di una persona, quindi, la valutazione sul piano del diritto penale è sicuramente legata alla sua personalità.

Il criminologo investigativo svolge un’attività in sintonia con l’investigatore privato, quindi, deve avere un padronanza delle tecniche investigative e conoscere perfettamente le metodologie di investigazione, sia scientifica e non, mentre, il criminologo forense agisce entrando nel merito degli aspetti psicologici e sociologici.

Questa disciplina si sposa perfettamente con la psicologia investigativa,  ma di questo argomento ne parleremo in un’altra news dove spiegheremo che cosa è la psicologia investigativa e l’utilità di questa scienza.

L’analisi del criminologo, supporta quando è necessario l’avvocato o l’investigatore privato nella strategia del processo penale.
Le due attività, quella investigativa e quella forense, sono concatenate e riguardano il medesimo contesto, ovvero, quello giudiziario.

In Italia Il criminologo può effettuare perizie criminologiche?

E’ bene precisare che l’analisi criminologica non è da confondere con la consulenza criminologica. In Italia, contrariamente ad altri paesi europei, nell’ambito del processo penale, la perizia criminologica è vietata così come quella psicologica.

Le perizie sul presunto reo o sulla vittima o su eventuali testimoni possono essere effettuate solo ed esclusivamente da psicologi e psichiatri e solo quando disposte dal giudice nell’ambito del processo penale, mentre, la criminologia nell’ambito delle investigazioni private è la scienza che studia i reati, gli autori dei reati, le loro vittime, i tipi di condotta criminale ed anche la conseguente reazione sociale, le forme possibili di prevenzione e controllo delle fattispecie di reato.

Un investigatore privato può affinare le sue competenze nell’ambito delle indagini difensive e non solo, con una buona conoscenza della criminologia investigativa.

Come può intervenire la nostra Agenzia Investigativa?

Si pensi al caso della violenza in famiglia nel  corso di una separazione giudiziale o dello stalking, oppure come nel caso delle molestie sessuali sul luogo di lavoro, argomento che abbiamo già trattato nelle nostre news a cura della nostra collaboratrice blogger la dott.ssa Cristiana Sarritzu, argomento al quale rimandiamo per eventuali approfondimenti.

E’ necessario: conoscere, capire ed intervenire.

Non esitare a contattare la nostra Agenzia Investigativa, anche solo per una consulenza, sapremo darti i giusti suggerimenti e supportarti nelle tua scelte.

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Tipologie di disturbi della personalità

Tipologie di disturbi della personalità

Oggi inauguriamo una rubrica a cura della Criminologa (CIIE) Maria Elena MASILE specialista in Psicologia Investigativa, Analisi Comportamentale, Criminal Profiling applicato, Psicopatologia e Psicodiagnostica Forense, Analista della scena del crimine. Si parlerà delle varie tipologie di disturbi della personalità.

La ringraziamo per la sua preziosa collaborazione con il nostro Studio.

TIPOLOGIE DI DISTURBI DELLA PERSONALITA’

A cura di Maria Elena Masile (CIIE)

Un disturbo di personalità è definito come un pattern di risposte emotive, cognitive e comportamentali che deviano rispetto alle aspettative.

Un disturbo di personalità è definito come un pattern di risposte emotive, cognitive e comportamentali che deviano rispetto alle aspettative.

I disturbi della personalità inficiano la regolarità della vita di chi ne soffre e, talvolta, anche della collettività. Variano notevolmente nelle loro manifestazioni, ma si ritiene che tutti siano causati da una combinazione di fattori genetici e ambientali. Iniziano a manifestarsi talvolta nell’ infanzia o più comunemente durante l’adolescenza o l’inizio dell’età adulta. La diagnosi è clinica, lo standard di trattamento è la psicoterapia ma può essere anche accompagnata da una terapia farmacologica nei casi più gravi.

Il DSM-5 raggruppa i 10 tipi di disturbi di personalità in 3 clusters (A, B, e C), sulla base di caratteristiche simili.

Il cluster A è caratterizzato dall’apparire strano o eccentrico.

Esso comprende i seguenti disturbi di personalità con le loro caratteristiche distintive:

  • Paranoide: forte sospettosità e diffidenza nei confronti degli altri, vissuti come ostili e malevoli, che persiste anche in assenza di reali minacce.
  • Schizoide: distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta di espressioni emotive in situazioni interpersonali.
  • Schizotipico: disagio acuto e ridotta capacità di relazioni intime, insieme a distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità nel comportamento.
Il cluster B è caratterizzato da comportamenti drammatici, emotivi, o stravaganti:
  • Antisociale: irresponsabilità sociale, disprezzo per gli altri, inganno e manipolazione degli altri per guadagno personale.
  • Borderline: intensa instabilità e conflittualità nelle relazioni interpersonali, paura dell’abbandono, disregolazione emotiva, comportamenti autolesivi e impulsività.
  • Istrionico: emotività eccessiva e pervasiva e marcati comportamenti seduttivi volti alla ricerca di attenzioni.
  • Narcisistico: grandiosità di sé, necessità di adulazione e mancanza di empatia.
Il cluster C è caratterizzato da comportamenti ansiosi o paurosi:
  • Evitante: profondo senso di inadeguatezza nella vita di relazione, con un enorme timore delle critiche, della disapprovazione altrui e di esclusione.
  • Dipendente: arrendevolezza e necessità di essere accudito.
  • Ossessivo-Compulsivo: perfezionismo e rigidità.

Questi possono condizionare la nostra vita sociale, le relazioni che intercorrono in ambito lavorativo, sentimental e nelle amicizie.

È importante conoscerli e riconoscerli, per questo li affronteremo singolarmente negli articoli che verranno.

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