LE MOLESTIE SESSUALI SUL LUOGO DI LAVORO

C’è voluto del tempo per trovare il coraggio di spezzare le catene e lasciare fluire la voce, quel grido di dolore che arriva da chi si è sentito violare nell’intimo, da chi ha visto venir meno il senso della propria dignità.

Oggi pubblichiamo un articolo a cura della blogger dott.ssa Cristiana Sarritzu sulle molestie sessuali sul luogo di lavoro. 

Fondamentale in questo contesto l’acquisizione degli elementi probatori da parte dell’investigatore privato. Se siete vittime di molestie sessuali non esitate a contattare il nostro Studio, troveremo il modo per risolvere definitivamente il problema.

Le molestie sessuali sul lavoro sono l’altra faccia della violenza, creano un ambiente di lavoro intimidatorio e umiliante. Qualsiasi comportamento indesiderato a connotazione sessuale è considerato giuridicamente una molestia sessuale: battute a sfondo erotico, ricatti: ”Non ti assumo, non ti concedo le ferie se non sei gentile con me”; 

promesse, implicite o esplicite di agevolazioni e privilegi o di avanzamenti di carriera in cambio di prestazioni sessuali, minacce o ritorsioni in seguito al loro rifiuto, contatti fisici indesiderati o inopportuni, apprezzamenti verbali sul corpo, affissione o esposizione di materiale pornografico sul luogo di lavoro anche in forma elettronica, sono tutti esempi di molestie sessuali.

La condizione sociale e culturale femminile mostra tante criticità. Il timore di restare senza lavoro o con una carriera bruciata, il timore di non essere credute, condiziona la decisione di denunciare o meno la molestia subita. Le donne hanno difficoltà a ribellarsi per tutta una serie di motivi: è difficile raccogliere le prove o trovare i testimoni, spesso non vengono credute e finiscono col pensare che siano state loro a travisare i fatti.
Per mettere un freno a tale fenomeno nel 2016 le parti sociali, Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno siglato un’intesa che recepisce l’Accordo Quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro, raggiunto nel 2007 dalle rispettive rappresentanze a livello europeo.

In coerenza con i principi enunciati nell’Accordo Quadro, l’intesa riafferma che le molestie o la violenza nei luoghi di lavoro sono inaccettabili e vanno denunciate, sottolineando che le imprese e i lavoratori hanno il dovere di collaborare al mantenimento di un ambiente di lavoro in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali.

Non bisogna dunque restare in silenzio, si possono adottare alcune strategie. E’ importante parlarne con le colleghe o i colleghi di fiducia per cercare insieme una soluzione anche extragiudiziale al problema, poi raccogliere le prove, tenerle scritte su un diario, conservare messaggi, email, lettere, registrare le telefonate.

Ci si può avvalere anche dell’aiuto, se presente nelle aziende pubbliche o private, della consigliera di fiducia, una figura super partes, chiamata all’ascolto e al dialogo dei dipendenti oggetto di molestie o discriminazioni sessuali, per offrire una consulenza e assistenza gratuita a tutela della dignità e del rispetto delle persone che lavorano.

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