Come tutelarsi dallo stalking in caso di separazione

Come tutelarsi dallo stalking in caso di separazione

STALKING

COME TUTELARSI IN CASO DI SEPARAZIONE

A cura di Maria Elena Masile (CIIE)

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

I recenti episodi di cronaca, peraltro sconvolgenti, ci fanno riflettere su situazioni allarmanti per quanto riguarda gli episodi di stalking che si stanno verificando tra ex coniugi o ex compagni.

Purtroppo capita che certi uomini abbiano una considerazione della propria moglie e/o della compagna come una “proprietà privata” e, talvolta abbiano dei comportamenti che tendono ad annientare la donna come essere umano. 

Nel corso dei miei studi alla CSI Academy, con la dott.ssa Roberta Bruzzone, (direttrice del master) abbiamo analizzato diversi casi di stalking che alla fine, purtroppo, hanno portato al femminicidio.

E’ un fenomeno che non si può assolutamente sottovalutare. La recente casistica sui casi di stalking ci delinea cinque diverse categorie di stalker.

In questo articolo vorrei porre l’attenzione sullo stalker che corteggia e lo stalker respinto si tratta, purtroppo, delle due tipologie di cui si sente parlare nelle cronache nazionali, queste due categorie a mio avviso sono le più pericolose.

Vediamo innanzitutto quali sono le categorie e poi vedremo come difenderci suggerendovi una tipologia di comportamento che può esservi utile all’esordio dello stalker e come può intervenire la nostra Agenzia Investigativa specializzata nel diritto di famiglia.

Le categorie di Stalker

Lo stalker indispettito

Sono quelle persone che covano rancore a prescindere. Vogliono vendicarsi a tutti costi e
quindi credono che le loro azioni persecutorie siano giustificabili a tutti i costi. Rientrano in questa categoria gli ex coniugi ex compagni / e chi è stato lasciato al termine di una relazione sentimentale.

Lo stalker bisognoso di affetto e di attenzioni

Sono quelli che pensano che una semplice cortesia sia un attenzione verso di lui e/o verso di lei. Attenzione che in realtà non esiste. Da qui iniziano gli atti persecutori.

Lo stalker che corteggia

In genere pone in essere attenzioni e corteggiamenti in modi inopportuni e molto insistenti senza rendersene conto, data la sua incapacità nel rapportarsi con il genere femminile.

Lo stalker respinto

Nella categoria degli stalker che corteggia  rientra, ovviamente, anche chi è stato respinto.
Può trattarsi di una persona che avrebbe voluto instaurare una relazione oppure di un ex coniuge o compagno / a. Si verifica in genere tra coloro che pretendono di recuperare la relazione precedente e quindi nel caso di
separazione tra coniugi o ex compagni

Come ho già detto in premessa, per quanto riguarda lo stalker che corteggia e lo stalker respinto si tratta, purtroppo delle due tipologie di cui si sente parlare nelle cronache nazionali, in relazione a episodi di femminicidio. Quindi attenzione a queste due categorie che a mio avviso sono le più pericolose.

Lo stalker predatore

Questa categoria di stalker è quella finalizzata alla consumazione di rapporti sessuali, in  genere è strettamente collegata a quella dello stalker che corteggia ed a quella dello stalker respinto.

Lo stalker donna

Sebbene di norma, almeno nell’immaginario comune, lo stalker è una figura maschile, ciò non toglie che anche molte donne si rendano spesso colpevoli del reato di atti persecutori, soprattutto per vicende sentimentali e, quindi, ai danni del proprio ex o della sua nuova compagna.

Come difendersi dagli Stalker

Gli ex partner che assumono comportamenti persecutori aggressivi e violenti dopo la separazione, di solito, avevano già dato segni durante la relazione di coppia, magari con scenate di gelosia e/o con telefonate continue e costanti, invio di messaggi, filmati, frasi  d’amore, foto che ricordano i momenti intimi del rapporto di coppia e quant’altro.

Veniamo dunque ad alcuni consigli e regole di base che la vittima degli atti persecutori dovrebbe seguire fin dal primo momento.

Analizzare la situazione e non sottovalutare assolutamente i comportamenti assillanti o fuori luogo posti in essere dallo stalker.
  1. Essere estremamente determinati rispetto ai propri sentimenti nei confronti dello stalker. Rifiutare nettamente inviti e offerte e dire “no” in modo fermo e inequivocabile
  2. Mostrarsi del tutto indifferenti ai  comportamenti persecutori, anche quando reagire sarebbe la reazione più spontanea. In base ai miei studi, talvolta l’indifferenza è la migliore strategia per scoraggiare lo stalker
  3. Evitate situazioni e luoghi a rischio. Nel caso siate pedinate evitate luoghi poco frequentati. Cambiate spesso percorso per andare al lavoro, a fare la spesa a prendere i bambini a scuola. Ricordatevi che lo stalker patologico si apposta
  4. Avere sempre con sé il cellulare per poter chiamare immediatamente le Forze dell’ordine (113) o il servizio di Pronto intervento (112)
  5. In caso di un’aggressione fisica chiamare subito il 118 oppure rivolgersi al pronto soccorso più vicino: saranno i medici, a comunicare il fatto alle forze dell’ordine, in genere, nel pronto soccorso è presente un posto di polizia. Comunque è quasi sempre presidiato da una guardia giurata in continuo contatto con le forze dell’ordine.
Come può intervenire la nostra Agenzia Investigativa ?

Consigliamo innanzitutto di tenere un diario di tutti i comportamenti persecutori di cui si è stati vittima, comprese le telefonate, le e-mail, i messaggi WhatsApp, invio di filmati, fotografie, lettere etc, trasferire i dati in un cd da allegare alla denuncia querela e soprattutto.

E’ un documento utile per ricostruire e fornire la cronologia dei fatti al momento della “denuncia querela”.

In caso di telefonate anonime con numero coperto, sono a disposizione delle apparecchiature che consentono di identificare il chiamante ed il luogo da dove provengono le chiamate.

Questo è un elemento utilissimo ai fini della “denuncia querela”

Consigliamo ai parenti ed amici, non intervenite! La situazione può peggiorare.

La vittima è il bene primario da tutelare

Non esitare a contattarci, insieme troveremo la soluzione al tuo problema.

La nostra Agenzia Investigativa – specializzata nel diritto di famiglia – opera su tutto il territorio regionale e nella penisola è associata Federpol e si attiene scrupolosamente al codice deontologico ed alla protezione dei dati personali in materia di privacy.

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Registrare le conversazioni in auto è un reato

Registrare le conversazioni in auto è un reato

SULLE INVESTIGAZIONI FAI-DA-TE:

REGISTRARE LE CONVERSAZIONI IN AUTO E’ UN REATO

A cura di Maria Elena Masile (CIIE)

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

“Questo articolo è rivolto ancora una volta agli aspiranti investigatori privati fai da te

Ancora una volta dobbiamo tornare sull’argomento delle investigazioni fai-da-te e ogni volta dobbiamo ripetere sempre le medesime cose: per favore, dimenticate lo stereotipo dello 007

Riceviamo continue telefonate di potenziali clienti che ci chiedono se possibile mettere sotto controllo il telefono, ma c’è di più, anche peggio, ci chiedono se possibile spiare le conversazioni del coniuge mettendo di nascosto un registratore spia all’interno dell’auto.

Una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione finalmente ha messo la parola FINE a questo annoso argomento.
Commette reato chi, per spiare le conversazioni del coniuge, mette di nascosto un registratore spia nella sua auto: lo ha stabilito un’innovativa sentenza della Cassazione.

Il caso riguardava una moglie che aveva fatto collocare una microspia registratore nella macchina del marito per ottenere, secondo le sue modalità di pensiero, gli elementi di prova ai fini della dimostrazione del tradimento di quest’ultimo.

Finora, la Cassazione tendeva ad escludere che l’autovettura fosse un luogo di privata dimora e ci si chiedeva se spiare all’interno dell’auto fosse reato.
Dopo questa recentissima pronuncia, la risposta al quesito è molto chiara: mettere il registratore spia in auto diventa reato, anche se non è quello di intercettazione abusiva, bensì quello di violazione della riservatezza del domicilio, che riguarda in particolare la normativa sulla privacy.

Quindi cari aspiranti investigatori privati fai da te, siete avvisati, evitate di mettervi nei guai !

Innanzitutto, la sentenza ha chiarito che il reato commesso è quello di interferenze illecite nella vita privata, punito severamente con la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni:
il registratore, così come le microspie o “cimici” di vario tipo, che si trovano comunemente sui siti internet (quando -per altro- non sono dei veri bidoni) sono sicuramente sconsigliati ai 007 improvvisati.

L’autovettura può ora essere considerata un luogo di privata dimora, dove cioè si svolgono momenti intimi di vita che debbono essere garantiti da interferenze illecite.

In questo modo, l’auto, anche se è parcheggiata sulla pubblica via, diventa un posto protetto in cui gli estranei non possono inserirsi per captare ed ascoltare ciò che accade, a prescindere da quali siano i contenuti delle conversazioni o gli atti che le persone compiono nell’abitacolo della vettura, atti intimi compresi.

Quindi, ancora un monito, una raccomandazione ai visitatori del nostro sito! Evitate di mettervi nei guai e soprattutto, non esitate a contattare la nostra Agenzia Investigativa specializzata nel diritto di famiglia, personalmente, da donna, capisco tutte le esigenze e le problematiche che si verificano nel caso di un sospetto tradimento e ancora peggio di un tradimento,

Non esitate a contattarci, insieme troveremo la soluzione al vostro problema. Sapremo darvi le giuste indicazioni da seguire evitando le violazioni di legge e soprattutto dimenticate lo stereotipo dello 007

La nostra Agenzia Investigativa – specializzata nel diritto di famiglia – opera su tutto il territorio regionale e nella penisola è associata Federpol e si attiene scrupolosamente al codice deontologico ed alla protezione dei dati personali in materia di privacy.

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Lo Stalking Condominiale

Lo Stalking Condominiale

Liti Condominiali

Lo Stalking Condominiale

Con questa news, vogliamo affrontare un problema che si verifica abbastanza spesso e che magari potrebbe sembrare banale o addirittura fuori luogo per una Agenzia Investigativa, ovvero le “le liti condominiali

Sono tante le persone che ci interpellano in quanto sono vittima di liti condominiali e ci chiedono dei consigli sul come affrontarle.

Vivere in condominio non è facile e spesso le liti condominiali sono all’ordine del giorno.

Le liti condominiali, qualora vengano sottovalutate, possono diventare un problema serio e causare ingenti spese e notevole spreco di tempo.

Sono svariati i motivi che possono far nascere una discussione: rumori molesti, la presenza di animali domestici e quant’altro.

Talvolta, possono portare a scontri piuttosto violenti, finendo per sfociare in lunghe e tortuose cause civili. Il più delle volte concretano fattispecie penalmente rilevanti.

Lo Stalking condominiale che cosa è ? Quando si verifica ?

Lo stalking condominiale è un’espressione che comprende i comportamenti ostili manifestati tramite minacce, molestie e pedinamenti da parte di uno o più vicini di casa; effettuati con un’evidente intenzione persecutoria e che possono provocare nelle vittime stati di ansia e tensione.

Qualora uno o più condomini dovessero assumere comportanti lesivi e ripetuti verso  altri inquilini, si potrebbe verificare il reato di stalking condominiale.

Come interviene la nostra Agenzia Investigativa?

è necessario innanzitutto dimostrare la veridicità di tali atti, fornendo degli elementi di  prova reali e concreti.

Ad esempio:

Infrazioni del regolamento condominiale a danno del condomino che subisce

un’auto in più parcheggiata nel posto auto di proprietà della vittima, imbrattamento delle scala prospiciente la porta di ingresso o dell’ascensore oppure il deposito di biciclette e scooter all’interno di aree comuni non destinate a tale scopo, come androni e sottoscala.

Rumori molesti

Non esiste una regola valida per tutte le situazioni, ma è necessario valutare caso per caso. Sarà comunque importante valutare e certificare con elementi di prova se il condomino non rispetta gli altri inquilini, ledendo il loro diritto alla quiete pubblica. Ciò significa che affinché si verifichi il reato il condomino deve provocare disturbo non solo a tutto lo stabile, non soltanto a un singolo inquilino.

Tutte queste problematiche andranno documentate e certificate, sarà indispensabile raccogliere gli elementi di prova al fine di dimostrare chi realmente ha posto in essere la stalking condominiale.

Non esitare a contattarci sapremo darti le giuste indicazioni per poter affrontare al meglio il tuo problema.

La nostra Agenzia Investigativa opera sul tutto il territorio regionale e nella penisola.
Nello svolgimento delle indagini rispettiamo appieno il codice deontologico Federpol ed la protezione dei dati personali in materia di privacy.

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Lite tra coniugi, mai di fronte ai bambini

Lite tra coniugi, mai di fronte ai bambini

INFEDELTA’ CONIUGALE E DIRITTO DI FAMIGLIA:

LITE TRA CONIUGI, MAI DI FRONTE AI BAMBINI

A cura di Maria Elena Masile (CIIE)

Specialista in Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine

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“In famiglia a volte capita di sollevare i toni di una discussione e di finire per litigare in modo non molto ortodosso”

A questo proposito, abbiamo ritenuto opportuno offrire un prezioso contributo ai frequentatori nel nostro sito, i quali, ci pongono continuamente delle domande e poiché la nostra Agenzia Investigativa è specializzata nel diritto di famiglia oggi vogliamo esaminare gli aspetti di una autorevole sentenza del Tribunale di Oristano e più precisamente “Trib. Oristano sent. 8/02/2022 n. 65/2022”, questa sentenza è molto significativa in quanto ha posto l’accento su:

“chi turba le relazioni familiari per futili motivi mirando a sbriciolare la figura del coniuge o del compagno deve essere multato perché contribuisce a minare la stabilità dei minori.”

Quando i bambini assistono a questi spettacoli “poco gradevoli” sono portati a pensare le cose più strane ed il più delle volte non capiscono che cosa stia realmente accadendo.
Di fatto, la famiglia del “Mulino Bianco” non esiste; anche nelle coppie più affiatate capita di discutere.

Una giornata ‘no’, e uno scambio verbale un po’ più acceso, si può trasformare in una lite, quelle ‘normali’, non pensiamo a: “episodi estremi e di violenza, argomenti che, abbiamo già trattato nelle nostre news, proprio in tema di infedeltà coniugale e che può sfociare in violenza domestica, quindi, sempre purtroppo a discapito della donna”

La domanda che di solito si pongono i figli è:

  • perché la mamma ed il papà si comportano in questo modo?
  • Cosa sta succedendo?
  • Perché urlano in continuazione?

Non dimenticate che queste situazioni possono destabilizzare la crescita e l’equilibrio psico affettivo dei vostri figli.
La legge punisce questo tipo di atteggiamenti; che cosa rischiano i genitori che litigano davanti ai figli?

Il Tribunale di Oristano, con questa autorevole sentenza – ha ricordato che:

“chi turba le relazioni familiari per futili motivi mirando a sbriciolare la figura del coniuge o del compagno deve essere multato per aver minato la stabilità dei figli minori – in genere il coniuge o il compagno che subisce, nella maggior parte dei casi è sempre la donna “

Ormai è palese che la maggior parte dei femminicidi derivano da forme psico patologiche maschili.
Questo argomento lo tratterò in una delle prossime news, con molta probabilità, con una stimatissima avvocatessa che si occupa proprio di queste problematiche.

Ormai è palese che la maggior parte dei femminicidi derivano da forme psico patologiche maschili.
Questo argomento lo tratterò in una delle prossime news, con molta probabilità, con una stimatissima avvocatessa che si occupa proprio di queste problematiche.

I genitori che litigano di fronte ai figli commettono un reato?

Ecco il motivo del perché rivolgersi alla nostra Agenzia Investigativa specializzata nel diritto di famiglia

La Suprema Corte di Cassazione si è espressa molto chiaramente con una sentenza del 2018 (Cass. sent. n. 18833/2018)

Gli ermellini hanno stabilito che una furiosa lite davanti ai figli concreta delle fattispecie penalmente rilevanti come il reato di maltrattamento in famiglia, considerando che, il coniuge o il compagno che pone in  essere atti nei quali costringe i bambini a dovere assistere in un clima di paura ad un episodio di violenza, anche se sia esclusivamente verbale e non fisica.

“chiunque maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito con la reclusione da tre a sette anni.
La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità ovvero se il fatto è commesso con armi” (art. 572 c.p.).

L’interpretazione della Suprema Corte di Cassazione è la seguente:

Il reato si può configurare anche quando il comportamento maltrattante non si sia tradotto in comportamenti vessatori, fisici o psicologici, rivolti direttamente verso la vittima, ma consista nel fare assistere il minore, quale  spettatore passivo, ai comportamenti violenti e offensivi attuati nei confronti di altra persona, in questo caso, verso l’altro genitore.

Il Tribunale di Oristano ha ribadito la legittimità dell’ammenda per i genitori che litigano davanti ai figli turbando, in questo modo, i rapporti familiari, in particolare quando si mira a distruggere la figura dell’altro coniuge o compagna/o

Il caso esaminato dal Tribunale di Oristano era relativo a un episodio che si potrebbe definire “classico”, vale a dire, l’infedeltà di un genitore che fa scatenare un putiferio tra le mura domestiche, con padre e madre che non  riescono a tenere separate le loro conflittualità e la responsabilità che hanno in qualità di genitori.

Ecco perché sarà indispensabile raccogliere gli elementi di prova al fine di dimostrare chi realmente ha posto in essere questa condotta lesiva, non solo nei confronti dei figli ma anche nei confronti del coniuge o del compagno/a.

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Lo Spionaggio Industriale. Cos’è?

Lo Spionaggio Industriale. Cos’è?

Lo Spionaggio Industriale. Cos’è?

Piccoli Suggerimenti su come difendersi

In questo periodo di globalizzazione, crisi economica, mancanza di tessuto economico, uno dei pericoli che maggiormente insidiano le aziende è lo spionaggio industriale.

Che cosa è lo spionaggio industriale?

E’  quell’insieme di operazioni, penalmente rilevanti e scorrette, al fine di ottenere delle informazioni che sono riservate, ma soprattutto di esclusiva pertinenza di una azienda concorrente.

Queste informazioni riguardano in particolare:

Clienti e quindi l’elenco dei clienti, programmi di gestione aziendale oltre a qualsiasi tipo di informazione che potrebbe rivelarsi utile per agevolare il competitor. In questo caso le fattispecie di reato che si possono configurare sono particolarmente gravi e la pena è molto severa.

Le fattispecie di reato che abbiamo analizzato in alcune delle nostre scorse news riguardano in particolare:

  • La rivelazione del contenuto di documenti segreti (art. 621)
  • La rivelazione di segreto professionale (art. 622)
  • La rivelazione di segreti scientifici o industriali (art. 623)
  • L’accesso abusivo al sistema informatico (art. 615-ter)

Il fenomeno dello “spionaggio” non riguarda soltanto le grandi realtà industriali, ma anche le piccole imprese che operano in settori importanti e che hanno delle commesse e degli standard di produzione innovativi.

Come avviene lo spionaggio industriale e come difendersi

Difendersi non è semplice, in genere le persone che utilizzano questi standard illegali, come ad esempio microspie, microcamere, mini registratori, localizzatori GPS, sono persone senza scrupoli, che pur di ottenere illecitamente il risultato sono disposti a tutto.

Come interviene la nostra Agenzia Investigativa?

Innanzitutto è bene fare una distinzione tra spionaggio interno ed esterno.

Il primo, spionaggio interno è reso possibile dall’infedeltà di un dipendente o un ex dipendente, il quale, irritato per qualche sgarbo, magari un mancato avanzamento di carriera all’interno dell’azienda, pone in essere una serie di atti di al fine di trasmettere illecitamente delle informazioni direttamente all’azienda concorrente.

Lo spionaggio esterno, a nostro avviso il più grave in assoluto, avviene installando dispositivi di controllo oppure intercettando le comunicazioni telefoniche e informatiche, in genere, avviene con la complicità di un dipendente.

Noi raccomandiamo ai nostri clienti di stare molto attenti ai primi segnali:

  1. intrusione di personale sospetto nei locali dell’azienda;
  2. interferenze nel cellulare;
  3. attivazioni improvvise di app nel telefono;
  4. batteria che si scarica troppo rapidamente;
  5. surriscaldamento;
  6. l’impressione di essere seguiti;
  7. competitor che prevedono le vostre mosse.

Vi proponiamo alcuni suggerimenti per difendervi che la nostra Agenzia Investigativa consiglia ai suoi assistiti dal lontano 1967, a parte il penetration test che ovviamente, è nato successivamente dopo l’avvento dei primi PC e quindi nel 1980

  1. investigazioni aziendali;
  2. penetration test;
  3. bonifiche da microspie

A parte l’importanza di alcune misure di sicurezza basilari come la verifica costante dei sistemi anti intrusione, (oggi sono disponibili sul mercato delle microtelecamere che si sono rivelate estremamente efficaci nella  revenzione) che in genere facciamo eseguire ad aziende specializzate, consigliamo la valutazione scrupolosa dei curriculum dei nuovi candidati da assumere.

Lo spionaggio industriale si contrasta efficacemente con un’attività di controspionaggio, comunemente definita, nell’ambito del nostro “detectivage” come Sicurezza Industriale.

Nella sicurezza industriale rientrano anzitutto le indagini aziendali.

La nostra Agenzia Investigativa da 50 anni svolge gli accertamenti sulle attività sospette dei dipendenti o ex dipendenti.

Sono importanti anche i penetration test e le bonifiche elettroniche.
Con i primi si analizza la sicurezza dei sistemi informatici. A tale proposito ci avvaliamo di tecnici informatici assolutamente specializzati nella sicurezza dei sistemi informatici

La bonifica elettronica, se fatta con strumenti professionali, consente di individuare ogni apparato di controllo clandestino all’interno dell’azienda. Al termine della bonifica rilasciamo una relazione tecnica che spiega l’attività svolta e l’esito.

La strada da fare è ancora tanta nel settore della sicurezza industriale soprattutto è necessario non trascurare assolutamente le prime avvisaglie.

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Breve disamina dei segni grafologici premonitori al fenomeno dello Stalking

Breve disamina dei segni grafologici premonitori al fenomeno dello Stalking

Oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro sito l’articolo di una eminente criminologa, l’Avvocato Ester Deplano e che riguarda un interessantissimo argomento dal titolo BREVE DISAMINA DEI SEGNI GRAFOLOGICI PREMONITORI AL FENOMENO DELLO STALKING

Quale criminologa, vengo chiamata a “fare gli onori di casa”, pertanto, vorrei ringraziare la collega, per il prezioso apporto, ma soprattutto, significarLe che gli onorati siamo noi. Buona lettura a tutti i visitatori del nostro sito.

Maria Elena Masile – CIIE Specialista in  Criminologia, psicologia investigativa, criminal profiling e analisi della scena del crimine.

Avv. Ester Deplano

Avv. Ester Deplano

 

  • Master II livello scienze criminologico-forensi, A.A. 2010/2011, Università “ La Sapienza”;
  • Corso Alta Formazione: “Grafologia generale: dell’orientamento professionale, dell’età evolutiva, clinico-valutativa e forense”
  • Membro Comitato Scientifico “Rivista di Psicopatologia forense, medicina legale e criminologia”, Pavia
  • Membro Comitato Scientifico “Rivista Criminologia, Investigazione, Psicopatologia e scienze Forensi”

“Il mistero della scrittura è che in essa non c’è alcun mistero”.
(José Saramago)

ABSTRACT: La Grafologia nel contesto criminologico-forense propone un utilizzo sempre più innovativo dell’analisi grafologica, che in una prospettiva multidisciplinare fornisce un valido ausilio per le indagini giudiziarie che completa una panoramica onnicomprensiva fornita da altre discipline nella giusta connotazione scientifica.

Sul fenomeno stalking in questi ultimi anni i media, su scala nazionale e internazionale, e la letteratura scientifica hanno detto tanto, in particolare nelle occasioni in cui un caso eclatante ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica; il significativo incremento di frequenza dei casi pare connesso tra l’altro a particolari cambiamenti della società che forniscono una rilettura di differenti variabili comportamentali aventi come denominatore comune la presenza di intrusività, varietà e continuità della condotta posta in essere ai danni della vittima.

Il concetto di stalking ingloba in un’unica categoria gruppi di azioni identificabili in condotte devianti più complesse. Il fenomeno dello stalking appare di difficile definizione per la sua complessità e ciò a prescindere dalla prospettiva da cui viene esaminato che ne determina diverse sfumature.
Il termine di stalking ricomprende una serie di comportamenti persecutori, diretti o indiretti e ripetuti nel tempo, che inducono in un individuo uno stato di soggezione, procurando un disagio fisico e/o psichico.

Il vocabolo è mutuato dall’inglese “to stalk” e deriva dal linguaggio tecnico della caccia; si usa per descrivere la fase che precede l’uccisione della preda, e si può tradurre con “fare la posta”, “braccare”.
La prima definizione del fenomeno risale al 1995 quando l’australiano Meloy J.R., nei suoi studi in ambito psichiatrico e forense, proseguiti con la prima metanalisi su grandi aree urbane degli Stati Uniti, Europa e Australia, lo descrisse come: “Un comportamento ostinato e reiterato di persecuzione e molestie nei confronti di un’altra persona” [1] caratterizzato dal: ”… seguire una persona, comparire in casa sua o nel posto di lavoro, compiere molestie telefoniche, lasciar messaggi scritti o oggetti, o danneggiare le proprietà della vittima” .[2]

In Italia il concetto di “Sindrome delle Molestie Assillanti” viene introdotto nel 2001 da G.M. Galeazzi e P. Curci per descrivere: “comportamenti ripetuti e intrusivi di sorveglianza e di controllo, di ricerca di contatto e di comunicazione nei confronti di una vittima, che risulta infastidita e/o allarmata da tali attenzioni e comportamenti” . [3]
Fenomeno sempre esistito, in Italia viene configurato come reato di recente, a seguito del notevole incremento del numero di donne vittime di violenza.
Le condotte tipiche dello stalking configurano il reato di “atti persecutori”, introdotto dalla legge 23 aprile 2009 n. 38 e codificato nell’articolo 612-bis del codice penale che prevede: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

C’è da precisare e tener ben presente che l’atto dello stalking non rappresenta in modo univoco uno specifico comportamento predatorio dell’uomo sulla donna, sebbene lo stalker sia nell’81% dei casi di sesso maschile e siano predominanti le vittime di sesso femminile, con un’incidenza del 75% (anno 2022) . [4]
Questo breve articolo si propone di affrontare l’argomento dalla prospettiva dell’apporto della grafologia forense a questo particolare tipo di fenomeno che per le sue tante variabili comportamentali e culturali risulta di difficile prevenzione oltre che sotto il profilo legislativo-penale su quello relativo alla formazione e educazione.
La prevenzione non va intesa esclusivamente come “difesa dallo stalker”, ma anche a livello individuale e legata all’informazione.

Si sottolinea che, stante l’ampiezza del fenomeno e i molteplici contesti diversificati che possono occorrere nella concreta disamina di un singolo caso di stalking è auspicabile un rigoroso approccio metodologico multidisciplinare.
Assieme agli studi in ambito forense, agli interventi di carattere legislativo e in ambito clinico si sono sviluppati diversi filoni di ricerca che rispondono a esigenze diverse: la grafologia forense fornisce un ausilio sia nella prevenzione che nella repressione dello stalking, approfondendo sia gli aspetti psicodinamici e personologici che grafologici impliciti nelle relazioni di maltrattamento e nelle dinamiche relazionali all’interno della coppia. La grafologia è inserita nel campo criminologico con lo scopo di segnalare il disagio e lo squilibrio interno di un soggetto attraverso la sua grafia nonché a livello preventivo e identificativo come prova del reato.
Il grafismo individuale svela le tendenze nascoste che sono vere e proprie impronte di personalità, costituendo la scrittura “l’impronta grafica dello psichismo individuale” . [5]

Come è ovvio, “la scrittura è un prodotto del cervello, meno chiare sono le correlazioni tra la scrittura e le attività neuronali responsabili, da cui derivano i comportamenti. Tutti i tipi di comportamento umano, dal più semplice al più complesso, compreso quello della scrittura, non può prescindere da specifiche attività neuronali” [6] e gli sviluppi che si sono susseguiti nel corso dei decenni hanno portato alla scoperta e alla determinazione di precisi significati rilevanti dei segni e delle caratteristiche della scrittura. Lo psicologo e grafologo Ludwig Klages (1872-1956), padre della scuola grafologica tedesca, in “Handschrift und Charakter” (Grafia e Carattere, 1917) scrive che il “corpo vivente è l’espressione dell’anima, e i movimenti del corpo rispecchiano i moti dell’anima”.

I comportamenti persecutori sono reiterati, intrusivi ed atti a mantenere un potere sulla vittima che determinano un profondo disagio psichico temendo per la propria incolumità nonché per quella dei suoi familiari. L’indagine grafologica impiegata nelle scienze criminalistiche non mira a individuare “con certezza i segni premonitori” [7] della personalità criminale ma costituisce un utile strumento a supporto delle più tradizionali tecniche investigative in grado di rilevare quelli che sono i tratti caratteristici della personalità.
Attraverso la grafologia, ossia la disciplina che studia e analizza i segni grafici che riconducono alla sfera emotiva, affettiva, intellettiva dell’individuo, è possibile individuare indici di sofferenza emotiva, instabilità di umore, profili psicopatologici nonché segni di narcisismo che si ritrovano negli autori delle fattispecie di reato di cui all’art. 612 bis c.p. o reati satellite.

È possibile dai segni di disagio delle componenti grafiche segnalare lo squilibrio interiore di un soggetto.
È importante rilevare che lo stalking non è un fenomeno omogeneo; dunque, risulta difficile ricomprendere i molestatori assillanti in una categoria diagnostica precisa e identificare la presenza di una patologia mentale. Gli stalker non sono sempre persone con un disturbo psichiatrico seppure alcune forme di persecuzione sono inserite in un quadro psicopatologico così come non esiste sempre un abuso di sostanze associato al comportamento dello stalker. La presenza di un quadro psicopatologico si riscontra in una piccola percentuale degli autori di questo genere di reato, pressoché il 10% . [8]
A livello grafico le alterazioni dello spazio, delle forme e del movimento sul foglio danno un primo segnale sulle condizioni (incidenza di patologie varie) dello scrivente, limitandosi il perito grafologo a non a fare diagnosi ma ad evidenziare i “segni di allarme” presenti con le varie tendenze e predisposizioni. “La grafologia, l’analisi di una scrittura, può invece essere utile per rilevare i tratti caratteristici di una personalità a rischio, la vulnerabilità, l’incapacità di tollerare frustrazioni, la rigidità e la chiusura, ma il grafologo non può e non deve porsi in termini deterministici; la grafologia può aiutare a descrivere un comportamento che riflette le disposizioni innate, le motivazioni, le attitudini sensoriali affettive o cognitive, per capire meglio il significato dell’atto in relazione alla sua origine e al suo fine” . [9]
Simbolicamente la comunicazione verbale si esprime in uno spazio, mentre quella scritta si esprime sul foglio: il futuro (il Padre simbolico, la progressione, l’Io sociale) e la sinistra il passato (la Madre simbolica, l’origine, l’Io intimo). La parte centrale della scrittura (la zona media delle lettere) rappresenta invece l’Io, il momento presente, l’oggi, il quotidiano. La scrittura occupa però anche le due estensioni superiori/inferiori del foglio che corrispondono ad altrettante interpretazioni . [10]

La scrittura vergata a mano costituisce, “analogamente al braccio scrivente di un sismografo che registra i movimenti tellurici, rappresenta il prodotto della individuale dinamica psico-nervosa, che per ciascun individuo si manifesta con alcune caratteristiche grafiche, fortemente personalizzanti la scrittura stessa e che cristallizzate nel tempo vengono realizzate in una frazione di tempo così minima da restare al di sotto del conscio” [11] ; or dunque, a livello investigativo l’autorità giudiziaria pone al perito o consulente tecnico d’ufficio dei quesiti che sono rivolti alla conoscenza di: “A-Predisposizione a delinquere (segni e tendenze) B- Prova di compatibilità grafica tra scrittura dell’indagato e reato; C-Capacità (nell’atto dello scrivere) di intendere e di volere D-La predisposizione alla reiterazione del reato E- Dinamiche comportamentali nei gruppi criminali (leader o aggregato?) F-Predisposizione alla menzogna , in particolare riferimento all’attendibilità delle fonti scritte e dei collaboratori di giustizia. G-Incidenza patologie varie H-Indici di pericolosità” [12] .
Dalla grafia individuale è possibile individuare indicazioni di uno specifico “stato di disagio” non solo a carico del molestatore ma anche della vittima.
Le grafie degli stalker potrebbero presentare elementi di aggressività o di autoritarismo con predominanza di segni riconducibili ad immaturità. Nell’immagine che segue sono presenti alcuni segni di aggressività e ansia (scrittura rovesciata, angolosità, trattino della “G” verticale e prolungata verso il basso, cancellazioni). La firma diversa dal testo (in combinazione con la C a chiocciola, egocentrismo), molto grande e sottolineata è indicativa di un nascondimento e di una compensazione del senso di inferiorità.

Immagine tratta da La «Rassegna dell’Arma dei Carabinieri», Anno LXVIII, gennaio – marzo 2021, Ministero della Difesa

La grafia del molestatore assillante presenta (in prevalenza) forti ineguaglianze in inclinazione, irregolarità nella direzione e nella tenuta del rigo.
Lo stalker talvolta agisce in anonimato spinto da una rabbia e un’aggressività incontrollata (reazione immatura al rifiuto) rivolte verso la vittima che può divenire destinataria di lettere anonime. L’anonimografia può assumere la caratterizzazione dell’abitualità e presentare caratteri tipici dello stalking.
L’autore dell’anonimografia quando lo scritto ha come intento quello persecutorio, dispone diversi scritti, opportunamente distanziati nel tempo. Il grafologo in qualità di perito o consulente può essere di ausilio anche al fine di identificare l’autore o gli autori di questi scritti nelle indagini finalizzate all’esercizio dell’azione penale.
Preliminarmente occorre precisare che al grafologo perito o consulente è preclusa qualsiasi indagine, dato o valutazione su aspetti psicologici e caratteriali della persona ex art. 220 c.p.p.

Lo scritto anonimo ha una notevole variabilità di forme e contenuti (ingiurioso, diffamatorio, minaccioso etc.). Può essere eseguito con ritagli di giornali, uso di timbri di gomma, composizione tipografica e altro. L’autore può scegliere di scrivere con errori ortografici per mascherare i tratti grafici salienti (dissimulazione), usare lo stampatello o sistemi più complessi e impersonali.
Nel caso della dissimulazione tuttavia rimangono pressoché invariati i segni coattivi ed individualizzanti della scrittura che nonostante la volontà di modificare i parametri della propria grafia saranno comunque presenti in un certo numero all’interno dello scritto. Potranno modificarsi efficacemente le forme, i punti di avvio della grafia, il ritmo e la velocità, ma i gesti minimi e fuggitivi, le caratteristiche dell’impronta personale, come ad esempio la natura dei collegamenti e certi gesti tipo, permarranno e saranno facilmente identificabili dall’esperto [14].
La Grafologia nel contesto criminologico-forense propone un utilizzo sempre più innovativo dell’analisi grafologica, che in una prospettiva multidisciplinare fornisce un valido ausilio per le indagini giudiziarie che completa una panoramica onnicomprensiva fornita da altre discipline nella giusta connotazione scientifica.

Avv. Ester Deplano

Titoli e pubblicazioni

Bibliografia

  • [1] Meloy J.R. e Gothard S. (1995) Demographic and clinical comparison of obsessional followers and offenders with mental disorders. American Journal of Psychiatry pp. 152,258-263
  • [2] Tjaden P., Thoennes N. (1998) Stalking in America: findings from the national violence against women survey. Natinal Institute of Justice and Centers for Desease Control and Prevention, Washington D.C
  • [3] http://sopsi.archicoop.it/rivista/2001/vol7-4/galeazzi.htm
    [4]https://www.interno.gov.it/it/notizie/violenza-contro-donne-ministro-dellinterno-alla-presentazione-terzo-report-interforze (pp.34, terzo report, Iterforze, Ministero dell’Interno)
  • [5] Mastronardi V., Bidoli S., Calderaro M., “Grafologia giudiziaria e psicopatologia forense (metodologia di indagine nel falso grafico e la capacità di intendere e di volere dalla grafia – giurisprudenza)”, Giuffrè Ed., Milano, 2010
  • [6] Deragna S., “ Grafologia e neuroscienze”, Roma, Ce.Di.S, 2002
  • [7] Manetti E., in “Anatomia del crimine in Italia”, Milano, Giuffré editore, 2013, pag. 382
  • [8] Galeazzi G. M. e Curci P., La sindrome del molestatore assillante (stalking): una rassegna, “Giornale Italiano di Psicopatologia”, n. 7, pp. 434-52 (2001)
  • [9] Witkowski S., Psychopathologie et écriture, Parigi, Masson editore, 1989
  • [10] Palaferri N., “L’ indagine grafologica e il metodo morettiano”, EMP, Padova, 2005
  • [11] Mastronardi V., Bidoli S. e Calderaro M., “Grafologia Giudiziaria e psicopatologia forense”, Milano, Giuffré editore, seconda ed. 2010, pag. 9
  • [12] AMI, “La Grafologia Forense e l’analisi della scrittura come strumento di valutazione negli “Atti persecutori”, Mobbing, Stalking, Straining”, relazione Prof. Carmelo Dublo Bergamo-28-ottobre 2011
  • [13] Immagine tratta da La «Rassegna dell’Arma dei Carabinieri», Anno LXVIII, gennaio – marzo 2021, Ministero della Difesa
  • [14] Vettorazzo B., “Grafologia Giudiziaria e Perizia grafica”, Giuffrè editore, 2004

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